In questi ultimi giorni stiamo assistendo a quanto di più brutto il calcio può dare, ovvero lo scandalo del calcio scommesse e delle partite truccate. Con questo post, voglio dire anche io la mia, come molti fanno in altre sedi.
Punto primo, anche a me piace fare la “schedina” ogni tanto, ovvero scegliere quattro o cinque partite, studiarne le quote e creare una scommessa multipla, in modo che se indovino tutti i risultati vinco dalle 5 alle 10 volte quanto puntato. Solitamente i giocatori come il sottoscritto ne cannano sempre una e quindi non si vince mai; però verso i mesi di aprile/maggio la musica cambia per il semplice fatto che è molto più intuitivo capire quale squadra è più motivata. La regola in questi casi è trovare una squadra già salva e che non ha più nulla da chiedere al campionato, contro una squadra che ha molto da perdere (meglio guardare la parte alta della classifica, accesso alla champions ecc) e puntare i pochi spiccioli sulla squadra che si gioca tutta la stagione nelle ultime partite. Solitamente ci si azzecca con una frequenza maggiore rispetto al normale.
Questo tipo di partite non si possono dire truccate, ma accomodanti e solitamente i bookmaker offrono quote più basse, proprio per il fatto di questa usanza nel mondo del pallone.
Il problema che è sorto in questi giorni è stato l’aver scoperto un giro di loschi figuri che concordandosi con calciatori di squadre più o meno blasonate, che decidevano non tanto il risultato, ma la somma totale dei gol. Io mi immagino i discorsi che potevano saltar fuori, del tipo: “Visto che giocate contro un avversario forte e molto probabilmente perderete, fate in modo che nella partita ci siano almeno 3 gol, così ci guadagnerete qualcosa”. Insomma messa così, soprattutto nelle leghe inferiori, dove girano molti, ma molti meno soldi, è ovvio che i calciatori siano più inclini a farsi corrompere.
Ma a questo punto vi chiederete il perché del titolo “il giocatore compulsivo”, il motivo è presto detto, dato che in questo racket vi era un ex giocatore della nazionale italiana descritto come un giocatore compulsivo. Solitamente chi scommette, lo fa per vincere soldi, ma anche per un piacere morboso di mettere alla prova se stesso e le sue conoscenze. Scommettere su risultati già certi, non ha nulla a che fare con il mondo dei giocatori compulsivi, dato che si è certi della vincita. Allora penso che sia ora di finirla di chiamarlo un malato del gioco, ma di descriverlo come un vero e proprio delinquente che investiva dei soldi in partite volutamente truccate per ricavarne profitto.