Martedì ho trascorso una giornata a Milano e devo dire che ho potuto constatare in prima persona lo stato di salute del trasporto ferroviario. Infatti all’andata sono partito dalla stazione di Padova per raggiungere quella di Milano Centrale a bordo di Italo con un biglietto da 9,80€ comprato online una settimana prima.
Era la mia prima esperienza con questa compagnia di trasporti privata e devo dire che mi sono trovato molto bene. A bordo ho constatato un’ottima pulizia, silenziosità e perfetta climatizzazione, mi sembrava di essere in aereo. Anche gli orari sono stati rispettati, nonostante avessi qualche perplessità, poiché il trasporto ferroviario non mi aveva mai dato grandi soddisfazioni.
Il ritorno ho preso un regionale Trenitalia pagato 17,70€. La fiducia nell’umanità è drasticamente calata. Grazie a un primo ritardo di 15 minuti ho perso la coincidenza alla stazione di Porta Nuova e da lì, i tempi di ritardo si sono dilazionati in maniera esponenziale. Un totale di 60 minuti di ritardo su un treno vetusto, sporco e puzzolente. Chissà che Italo prenda il sopravvento.
Nel corso di questa disavventura, ho avuto modo di conoscere un ragazzo argentino di nome Juan che doveva andare a Venezia. L’ho aiutato quando abbiamo perso la coincidenza. E dopo aver preso il secondo treno insieme, ci siamo messi a chiacchierare per rendere meno avvilente il ritardo che si era accumulato.
Per me è stata un’occasione per parlare spagnolo, dato che non ho mai occasione di farlo, e di scoprire qualcosina in più riguardo al mondo della musica; nello specifico della chitarra.
Infatti questo ragazzo è un chitarrista (non di professione) sin da quando aveva 4 anni. Mi ha raccontato che questa passione gli è stata trasmessa dal padre di origini napoletane, che era un ottimo suonatore di mandolino. Io in quanto a suonare uno strumento sono proprio negato e mi sono interrogato se chitarristi si nasce, oppure si diventa.
Il mio interlocutore aveva un’opinione abbastanza chiara. Nessuno nasce sapendo suonare la chitarra, solo il tempo speso a esercitarsi fa diventare una persona un chitarrista, mentre scherzava sul fatto che un bravo chitarrista è una persona ossessionata da questo strumento.
Nonostante io abbia superato da poco i 30 anni, Juan sosteneva che non è mai troppo tardi per imparare a suonare la chitarra. Secondo lui in una ventina d’anni potrei diventare un buon chitarrista, a patto che diventi un vero ossessionato (anche se lui ha preferito non dirmi quale tipo di chitarrista era).
Devo dire che mi ha messo un po’ di curiosità nel suonare la chitarra, ad esser sincero mi piacerebbe saperla padroneggiare come un Angus Young degli AC/DC, ma purtroppo mi manca la passione, oppure la pazienza.
Per il momento sono troppo pigro per mettermi a imparare, ma chissà magari un domani…